Sappiamo bene quali sono le maschere tipiche di carnevale o altre feste popolari italiane, ma cosa sai invece delle maschere tradizionali coreane? Se vuoi scoprire quali sono e la loro storia, non perderti questo articolo!
La storia delle maschere tradizionali coreane
La storia delle maschere tradizionali coreane nasce da una leggenda. Si narra che un giorno, durante il regno di Goryeo (918-1392) nel villaggio di Hahoe (하회), un artigiano fu incaricato dagli dei in persona di scolpire nel legno 12 maschere rappresentanti varie personalità. Le maschere dovevano essere scolpite in gran segreto e, finché non avesse terminato il lavoro, all’artigiano venne proibito di avere contatti con altre persone, pena la morte. Tuttavia, quando stava per completare la sua dodicesima maschera, una ragazza innamorata di lui, ignara di tutto, sbirciò nel laboratorio. In quell’esatto momento, l’uomo fu colpito da un’emorragia cerebrale e morì, lasciando la sua dodicesima maschera incompiuta. La dodicesima maschera è quella che rappresenta lo sciocco e non ha la mandibola proprio per questo motivo.
Quali sono le maschere tradizionali coreane
Delle dodici maschere tradizionali coreane di cui narra la leggenda, solo nove sono oggi ancora conservate nel villaggio di Hahoe nel santuario Sonang-tang. Si tratta di:
- Yangban, 양반, l’aristocratico;
- Gaksi, 각시, la giovane donna;
- Jung, 중, il monaco buddista;
- Choraengi, 초랭이, il servitore di Yangban;
- Seonbi, 선비, lo studioso;
- Imae, 이매, lo sciocco e servo di Sonpi;
- Bune, 부네, la concubina;
- Baekjeong, 백정, il macellaio;
- Halmi, 할미, la vecchia.
Le tre mancanti, invece, si suppone che siano state rubate e che attualmente si trovino una in Giappone (Byeolchae, 별채, l’esattore delle tasse) e due a Pyongsan, in Corea del Nord (Chonggak, 총각, lo scapolo, e Tteokdari, 떡다리, il vecchio). In particolare, la maschera di Byeolchae in Giappone pare sia stata rubata tra il 1592 e il 1598 dal generale Konishi Yukinaga come bottino di guerra.
Queste maschere, dette tal (탈), sono state a lungo utilizzate per rituali sciamanici e danze folkloristiche per il popolo. Si credeva avessero poteri magici e aiutassero a scacciare gli spiriti maligni, proteggendo così il villaggio. È anche per questo motivo che sono state conservate religiosamente all’interno di un santuario, evitando di venire bruciate a fine spettacolo. Le altre maschere, infatti, a fine esibizione venivano sempre bruciate a mo’ di offerta, sostituite da nuove copie per l’esibizione successiva.
Queste sono le maschere tradizionali più conosciute, ma in realtà, oltre alle Hahoe tal (하회탈), ossia le maschere create a Hahoe, ne esistono anche altri tipi. Tra queste, segnaliamo le ogwangdae (오광대) e le yayu (야유), dai tratti più grezzi e semplici, utilizzate per rappresentare emozioni forti. Ci sono poi le bongsan (봉산), utilizzate per rappresentare e distinguere tra loro vari aristocratici e le tongyeong (통영), utilizzate per rappresentare figure soprannaturali.
Talchum o danza in maschera
Le rappresentazioni in maschere tradizionali coreane tal vengono chiamate talchum (탈춤), che vuol dire letteralmente “danza in maschera”. Il talchum è considerato patrimonio culturale immateriale della Corea del Sud ed è allo stesso tempo una danza e una rappresentazione teatrale. Lo spettacolo, inoltre, veniva messo in atto all’aria aperta, nelle piazze dei villaggi, per comunicare con le divinità e chiedere loro di allontanare gli spiriti maligni. Era uno spettacolo per il popolo, molto diverso dalle danze messe in scena per i nobili, che prevedevano invece movimenti più delicati. Oltre alle grosse maschere, i ballerini di talchum indossavano anche abiti dai colori sgargianti. Oggi è possibile assistere a spettacoli di talchum principalmente in occasione di festival tradizionali.
Se vuoi saperne di più sui vari tipi di danze tradizionali, leggi anche il nostro articolo Alla scoperta delle danze tradizionali coreane.
Speriamo che questo articolo sulle maschere tradizionali coreane ti sia piaciuto! Per altre informazioni su lingua e cultura coreana, continua a seguire il blog di Go! Go! Hanguk e non esitare a contattarci per vivere e studiare in Corea.